In questo tempo particolare che ci troviamo a vivere, condizione di attesa, di sospensione delle nostre abitudini e dei nostri progetti, condizione di limitazioni e di perdita di certezze, siamo posti di fronte al crollo dell’illusione di poter controllare ciò che ci circonda.
A tratti insorgono emozioni più o meno “pesanti”: spaesamento, tristezza, preoccupazione, paura, ansia, angoscia, …
Sappiamo che la paura, emozione primaria, è di per sé fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza; anche l’ansia è una risposta normale e innata di attivazione, caratterizzata da un aumento della vigilanza e dell’attenzione con l’obiettivo di prepararci e predisporci ad affrontare al meglio il “pericolo” percepito.
Quando però stazioniamo in situazioni stressanti in modo continuativo, come ormai accade da mesi, quando il disagio e la tensione, la paura e la preoccupazione sono protratte a lungo nel tempo, intense e persistenti, ci sono ricadute inevitabili sul nostro sistema neuro-vegetativo. Possiamo parlare di
- sintomi psicologici dell’ansia: forte apprensione (non commisurata alla portata dell’evento reale), nervosismo, rimuginìo, insicurezza, timore, alterazione della memoria e della concentrazione, …
- sintomi fisici dell’ansia, dovuti a una iperattivazione neurovegetativa: palpitazione e tachicardia, ipersudorazione, sensazione di mancanza di respiro, sintomi gastroenterici, insonnia con difficoltà ad addormentarsi e risvegli frequenti, …
Questo nostro povero sistema nervoso, così lungamente messo a dura prova, rischia di andare in tilt soprattutto se non siamo abituati ad ascoltarci, se facciamo fatica ad essere “presenti qui – ora”, se non abbiamo dimestichezza con la consapevolezza di noi stessi, se non siamo “centrati”.
Parliamo di emozioni somatizzate ovvero emozioni che si manifestano con sintomi organici e funzionali, cosa che tutti noi sperimentiamo. Le emozioni infatti non nascono e muoiono nel cervello: emozioni e organi sono costantemente interconnessi grazie al sistema nervoso. La nostra schiena è attraversata dal Sistema Nervoso Simpatico e attraverso le manualità di scollamento, che caratterizzano il Massaggio Metamerico, è possibile “detendere” il sistema nervoso “allentando le nervature” che dai metameri dorsali si irradiano verso le diverse parti del corpo. Lo scollamento libera i tessuti da aderenze e accumuli che alterano l’innervazione e di conseguenza il funzionamento ottimale di organi, visceri o ghiandole corrispondenti.
Il fulcro del lavoro quindi si svolge sul dorso, sede di forti tensioni trattenute, ma non si tratta di un semplice massaggio rilassante o energizzante: è un lavoro di riossigenazione, rigenerazione e detossinazione del tessuto connettivo che riequilibra corpo e mente.
Emozioni represse e bloccate, disturbi psicosomatici, stress e ansia, mal di testa, eccessiva stanchezza, mal di stomaco, disturbi intestinali, problemi respiratori, tensioni muscolari e dolori articolari, circolazione sanguigna e linfatica e quindi anche ritenzione idrica, cellulite e inestetismi beneficiano di questo massaggio profondo.
Non mancheremo mai di accompagnare il massaggio che riceviamo (terapia passiva) con le nostre abitudini virtuose: sana alimentazione, rispetto del ciclo sonno-veglia, belle passeggiate in mezzo alla natura e tanta “presenza a noi stessi”.
Già dopo 3 sedute consecutive a distanza di 1 settimana l’una dall’altra si avvertono sorprendenti effetti benefici. Per un’azione più completa si può procedere con altre 3 sedute a distanza di 15 giorni l’una dall’altra, per concludere poi con 1 seduta al mese o mese e mezzo per mantenere i benefici nel tempo.
N.B. come per tutti i trattamenti anche per il Massaggio Connettivale Metamerico vi sono delle controindicazioni che andranno escluse.